Nel calendario del consumo globale, poche date esercitano la stessa forza simbolica e mediatica del Black Friday. Il 28 novembre 2025 non sarà solo un venerdì di sconti, ma l’apice di un ecosistema che ha trasformato la percezione stessa dell’acquisto: una stagione intera che inizia con la Black Week, prosegue fino al Cyber Monday del 1° dicembre e si estende ormai come una costellazione di offerte, promozioni e stimoli digitali che ridefiniscono il rapporto tra tecnologia, economia e comportamento umano.
Quello che un tempo era un semplice evento commerciale è oggi un rito sociale globale, orchestrato da intelligenze artificiali, sistemi di raccomandazione e strategie di marketing predittivo. In questa dimensione, la decisione di acquisto non nasce più soltanto da un desiderio, ma dal dialogo continuo tra utenti, algoritmi e dati.
Dalle origini americane all’intelligenza algoritmica
L’espressione “Black Friday” nasce nella Philadelphia del 1961, quando la polizia locale la utilizzò per descrivere il caos urbano che seguiva il Giorno del Ringraziamento. Da allora, la parola “nero” ha assunto un significato contabile positivo: il ritorno ai profitti dopo mesi “in rosso”.
Sessant’anni dopo, il fenomeno ha assunto proporzioni planetarie. Marchi globali e piccole realtà digitali partecipano alla stessa liturgia, alimentando un’economia della promessa dove ogni click è il preludio di un’emozione. Ma nel 2025, il motore invisibile di questa dinamica non è più la pubblicità tradizionale: è l’intelligenza artificiale.
Dagli algoritmi di profilazione comportamentale ai modelli predittivi di domanda, le piattaforme digitali utilizzano reti neurali per anticipare i desideri degli utenti, personalizzare le offerte e modulare i tempi di esposizione. Il Black Friday è così diventato un laboratorio algoritmico in cui si misura la capacità dell’IA di comprendere — e talvolta guidare — il comportamento umano.
Il desiderio come dato: il nuovo volto del consumatore digitale
Nel contesto di Isek.AI Lab, che studia il rapporto tra intelligenza artificiale, cultura e società, il Black Friday rappresenta una finestra privilegiata su una trasformazione più ampia: la progressiva fusione tra psicologia e tecnologia. Ogni interazione, ogni ricerca, ogni scroll contribuisce a generare un profilo predittivo che orienta la nostra percezione del valore.
Le piattaforme non si limitano più a mostrare offerte: apprendono da noi, ci osservano, ci anticipano. La soglia tra scelta e suggerimento si fa sempre più sottile, trasformando l’esperienza di acquisto in una conversazione mediata dal codice. È un terreno fertile per la riflessione etica: quanto è realmente libera la nostra decisione d’acquisto quando l’algoritmo conosce le nostre abitudini meglio di noi stessi?
L’altra faccia del digitale: trappole, manipolazioni e rischi sistemici
Accanto all’efficienza tecnologica si sviluppa il lato oscuro del commercio online: siti falsi, truffe e campagne ingannevoli che sfruttano l’iperconnessione e la fiducia digitale. Negli ultimi anni, i fake shop e gli scam veicolati attraverso i social hanno registrato un incremento costante, con piattaforme che riproducono fedelmente loghi e interfacce di brand noti per carpire dati o denaro.
La sofisticazione delle truffe cresce di pari passo con la sofisticazione delle tecnologie che dovrebbero proteggerci. Deepfake, chatbot automatizzati e sistemi di phishing generati da intelligenze artificiali stanno ridisegnando i confini della sicurezza digitale. Le autorità continuano a raccomandare prudenza, ma la vera difesa risiede in una nuova forma di alfabetizzazione tecnologica: comprendere il linguaggio dell’IA per non esserne sopraffatti.
Il consumatore come stratega: dati, consapevolezza e nuovi strumenti
In questa realtà complessa, la figura del consumatore evolve in quella di un analista consapevole. Le piattaforme di tracciamento prezzi, i sistemi di alert automatizzati e le estensioni di browser basate su AI consentono di verificare in tempo reale l’autenticità di un’offerta.
Le stesse tecnologie che alimentano l’hype del Black Friday possono diventare strumenti di difesa e di gestione razionale. L’intelligenza artificiale, se ben applicata, permette di ottimizzare le scelte, evitare frodi, confrontare prezzi e valutare impatti ambientali o sociali. È il passaggio da un consumo istintivo a un consumo informato, dove il valore non è solo economico ma cognitivo.
Cyber Monday e oltre: la cultura dell’acquisto nell’era post-digitale
Il Cyber Monday chiude il ciclo con una focalizzazione più netta sulla tecnologia: hardware, software, abbonamenti cloud e strumenti digitali rappresentano l’ultima frontiera di un’economia sempre più smaterializzata. Ma oltre la superficie delle offerte, si apre una domanda cruciale: quanto il Black Friday, nella sua forma odierna, è una rappresentazione della società dell’attenzione più che del commercio?
Il valore si misura sempre meno in euro e sempre più in secondi, in click, in tempo speso davanti allo schermo. È qui che la riflessione di Isek.AI Lab trova il suo punto di forza: indagare come l’intelligenza artificiale non solo influenzi i mercati, ma riprogetti la mente collettiva, i desideri, la percezione stessa del bisogno.
Conclusione: l’era della consapevolezza algoritmica
Il Black Friday 2025 non sarà soltanto una corsa agli sconti, ma una prova generale del nostro rapporto con l’intelligenza artificiale. Ogni notifica, ogni suggerimento, ogni “acquista ora” è una tessera di un mosaico più grande che racconta la convergenza tra tecnologia, psicologia e economia comportamentale.
Forse, nel rumore di offerte e timer lampeggianti, il vero affare sarà riconquistare la capacità di scegliere con lucidità. Comprendere che la risorsa più preziosa, nell’era dell’iperconnessione, non è il denaro ma l’attenzione.
E che il progresso, come ci insegna la ricerca di Isek.AI Lab, non sta nel delegare tutto alle macchine, ma nel imparare a convivere con esse in modo consapevole.


