Nel vasto universo della tecnologia, dove le intelligenze artificiali crescono a un ritmo vertiginoso e l’ecosistema digitale sembra sempre più orientato al profitto a scapito della privacy, c’è una luce che brilla con intensità crescente: si chiama Lumo. Non è solo l’ennesimo assistente AI nato dall’euforia collettiva per i chatbot, ma una dichiarazione di guerra al capitalismo della sorveglianza, un baluardo europeo costruito su fondamenta solide come la crittografia, l’open source e il rispetto assoluto per i dati personali.
Nel momento storico in cui le Big Tech sembrano ripetere gli errori del passato, trasformando ogni interazione in un’opportunità per raccogliere dati e profilare utenti, Lumo emerge come l’alternativa etica e trasparente. Dietro questo progetto c’è Proton, l’azienda svizzera già nota a milioni di utenti per i suoi servizi orientati alla sicurezza digitale, come Proton Mail, Proton Drive e Proton Pass. Lumo è il tassello mancante di un ecosistema che si fa paladino della sovranità digitale, uno strumento potente che non chiede nulla in cambio della tua fiducia.
Immagina un assistente IA in grado di aiutarti a redigere un’email, sintetizzare documenti complessi, analizzare file sensibili o rispondere a quesiti tecnici, tutto senza mai archiviare una riga delle tue conversazioni su server remoti. Con Lumo, le tue parole non diventano parte di un database pronto a essere analizzato, venduto o, peggio ancora, violato. Ogni scambio è protetto dalla crittografia ad accesso zero: i tuoi dati sono tuoi e solo tuoi. Nemmeno Proton può accedervi. Una promessa rara, quasi rivoluzionaria, nel panorama attuale dell’intelligenza artificiale.
Ma Lumo non si limita alla protezione passiva. L’utente ha pieno controllo su ogni funzionalità: puoi decidere se attivare o meno la ricerca web, evitando così tracciamenti indesiderati; puoi caricare file da analizzare in totale riservatezza; puoi integrare documenti dal tuo Proton Drive mantenendo la cifratura end-to-end. E se vuoi che una conversazione svanisca nel nulla una volta chiusa, c’è la “modalità fantasma” pronta a esaudire il tuo desiderio di invisibilità digitale.
Non stiamo parlando di una chimera. Lumo esiste già, accessibile gratuitamente da browser all’indirizzo lumo.proton.me o tramite app per iOS e Android. Anche senza un account Proton, puoi porre le tue domande e ottenere risposte intelligenti, nel rispetto assoluto della tua privacy. Se sei già utente Proton, puoi godere di funzioni aggiuntive come la cronologia cifrata e la gestione dei file. E per i più esigenti, Lumo Plus offre un abbonamento premium che sblocca l’esperienza completa: cronologia illimitata, supporto per file più grandi, priorità nelle risposte. Il tutto, naturalmente, sempre sotto il vessillo della privacy.
Un altro aspetto che rende Lumo straordinario è la trasparenza tecnica. A differenza dei colossi statunitensi e cinesi, che spesso operano in un’opacità preoccupante, Proton ha scelto modelli linguistici open source e server europei per garantire il rispetto delle normative UE sulla protezione dei dati. Niente partnership con aziende sospette, niente scorciatoie. Tra i modelli utilizzati troviamo nomi noti come Mistral, OpenHands di Nvidia e OLMO dell’Allen Institute for AI, scelti dinamicamente a seconda del tipo di richiesta. Una macchina ben oliata, insomma, costruita per servire l’utente, non il mercato pubblicitario.
E il futuro? Lumo non è che l’inizio. Proton ha annunciato un massiccio investimento di oltre 100 milioni di euro nell’UE, volto a rafforzare l’indipendenza tecnologica del continente e dare forma a un EuroStack realmente sovrano. In un momento in cui la Svizzera stessa rischia di cedere a tentazioni di sorveglianza di massa, l’Europa diventa rifugio e avamposto per chi crede ancora che la privacy sia un diritto e non una concessione.
Lumo è una scelta, un manifesto, un atto di resistenza. In un’epoca in cui tutto sembra convergere verso la monetizzazione dei nostri dati, scegliere un assistente AI come Lumo significa affermare con forza che un altro futuro è possibile: uno in cui la tecnologia è al servizio dell’uomo, non delle sue debolezze commerciali.
E ora tocca a voi, lettori e lettrici del CorriereNerd.it: siete pronti a fare il salto verso un’intelligenza artificiale etica e trasparente? Avete già provato Lumo o siete ancora scettici? Raccontateci la vostra esperienza, i vostri dubbi, le vostre scoperte. Commentate qui sotto o condividete l’articolo sui vostri social preferiti: perché la rivoluzione della privacy si fa insieme, un byte alla volta!
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