Neuralink: la rivoluzione della mente è appena cominciata

Neuralink: la rivoluzione della mente è appena cominciata

Immagina un mondo in cui puoi navigare su Internet, scrivere messaggi, giocare a Mario Kart, progettare in 3D o comunicare con amici e familiari… con il solo potere del pensiero. Sembra un’idea uscita da un romanzo di Iain M. Banks, o una subquest futuristica di Cyberpunk 2077, e invece è realtà, qui e ora. Sto parlando di Neuralink, la startup di neurotecnologie più ambiziosa e chiacchierata dell’ultimo decennio, fondata da Elon Musk e un team di scienziati, ingegneri e visionari nerd come noi. Un’azienda che ha deciso di prendere la fantascienza, strapparle le pagine e riscriverle con un chip impiantabile nel cervello umano.

Fondata nel 2016 a Fremont, in California, Neuralink nasce con una missione chiara e allo stesso tempo sconvolgente: creare un’interfaccia neurale impiantabile capace di collegare direttamente il cervello umano ai dispositivi digitali. Sì, hai capito bene. Non stiamo parlando di un banale assistente vocale o di realtà aumentata da indossare come occhiali. Qui si va dritti alla fonte: i pensieri. E a quanto pare, Musk si è ispirato proprio a quel neural lace presente nel ciclo della Cultura, l’universo letterario di Banks, per immaginare un mondo in cui l’uomo può evolversi in simbiosi con l’intelligenza artificiale.

All’inizio sembrava una visione troppo ambiziosa persino per uno come Elon. Eppure, anno dopo anno, Neuralink ha compiuto progressi notevoli, assumendo i migliori neuroscienziati in circolazione e sviluppando un ecosistema tecnologico degno di Tony Stark. Il dispositivo chiave di questa impresa è Telepathy, un chip minuscolo ma potentissimo, impiantato nel cervello attraverso una procedura robotica estremamente precisa, in grado di inserire 64 filamenti flessibili — più sottili di un capello umano — che portano con sé ben 1.024 elettrodi. Questi sono in grado di leggere l’attività elettrica del cervello e tradurla in segnali digitali, che vengono poi inviati a dispositivi esterni come computer, smartphone o tablet.

Nel 2023, Neuralink ha ufficialmente superato la soglia della sperimentazione teorica impiantando con successo i primi chip in soggetti umani. Il nome che ha catturato l’attenzione di tutto il mondo è Noland Arbaugh, 29enne originario dell’Arizona, rimasto tetraplegico a causa di un incidente nel 2016. Oggi, Noland è diventato il volto — e la mente — della rivoluzione Neuralink. Grazie al chip impiantato nel suo cervello, riesce a muovere un cursore su uno schermo, scrivere, giocare, imparare e interagire col mondo con una naturalezza disarmante. Una testimonianza che non ha bisogno di effetti speciali per commuovere e stupire.

E se ti stai chiedendo se tutto ciò è solo un esperimento isolato, la risposta è no. Neuralink ha già impiantato il chip in sette pazienti umani, e la tecnologia sembra migliorare a ogni iterazione. Arbaugh ha persino stabilito un record di velocità su Webgrid, un minigioco usato per testare precisione e rapidità mentale con il chip: 8,01 BPS (bit per secondo) su un MacBook Pro. La domanda che l’azienda lancia alla community nerd è semplice: e tu, riusciresti a battere il suo punteggio solo con la forza del pensiero?

Il cuore tecnologico di Telepathy non si ferma al solo “read”. L’obiettivo a lungo termine è una connessione neurale bidirezionale: non solo leggere i pensieri, ma anche scrivere nel cervello, stimolare aree sensoriali, restituire capacità perdute. Un secondo dispositivo, chiamato Blindsight, è già in sviluppo per tentare un’impresa ancora più audace: restituire la vista ai ciechi congeniti. E no, non è una promessa da trailer cinematografico. È una roadmap clinica concreta, supportata da algoritmi di intelligenza artificiale, robotica avanzata e un’intera infrastruttura ingegneristica progettata in-house.

Il sistema è impiantato sotto la calotta cranica e invisibile dall’esterno. I fili neuronali vengono guidati chirurgicamente con una macchina progettata appositamente da Neuralink, simile a una macchina da cucire robotica, in grado di piazzare i filamenti a una velocità e precisione impensabili per la mano umana. Il chip è alimentato da una batteria ricaricabile wireless e comunica con un ricevitore sottopelle, che traduce i segnali e li invia a dispositivi esterni. In parole povere? È un ponte tra te e il mondo digitale. Ma senza bisogno di toccare nulla.

Ovviamente, non tutto fila liscio come in un sogno cyberpunk. Neuralink ha affrontato problemi tecnici: alcuni fili del chip si sono ritirati dal tessuto cerebrale di Arbaugh, riducendo temporaneamente l’efficacia. Ma il team ha saputo reagire rapidamente migliorando gli algoritmi di registrazione e compensando la perdita con una maggiore sensibilità nella lettura dei segnali. La traiettoria è chiara: ogni piccolo ostacolo diventa un’opportunità per affinare ulteriormente una tecnologia già al limite del miracoloso.

E se pensi che questo sia solo un giocattolo per pochi eletti, pensa di nuovo. Il sogno di Musk non è creare superuomini alla Marvel, ma ridare libertà e autonomia a chi l’ha persa. Chi non può più muoversi, parlare o comunicare, grazie a Neuralink può tornare protagonista della propria vita. Sì, ci sono ancora sfide etiche, mediche e regolatorie da affrontare. Ma il treno è partito, e corre veloce verso un futuro in cui il confine tra mente e macchina sarà sempre più sottile.

Nel frattempo, il progetto CONVOY è già in fase di sviluppo per ampliare le applicazioni di questa tecnologia ai bracci robotici e ad altri strumenti fisici controllabili tramite pensiero. Un’altra promessa che potrebbe trasformarsi in realtà, aprendo nuove strade per l’autonomia delle persone con disabilità gravi.

Per i più nerd tra voi (e so che siete tanti), immaginate cosa significhi questo in termini di UX: niente più tastiere, joystick, comandi vocali. Il tuo cervello è il controller. E, grazie alla plasticità neuronale, migliora ogni giorno, apprendendo insieme all’IA che decodifica i tuoi impulsi. Non è magia. È scienza — una scienza nerd, visionaria, e soprattutto reale.

Mentre Musk continua a lanciare razzi verso Marte, crea auto elettriche che si guidano da sole e sogna un Internet planetario con Starlink, c’è qualcosa di ancora più affascinante in Neuralink. Perché stavolta non sta solo cambiando il modo in cui viviamo. Sta cambiando cosa significa essere umani.

E allora, lettori del CorriereNerd.it, è il vostro momento: cosa ne pensate di questa evoluzione della specie? Siete pronti a vivere in un mondo in cui pensiero = azione? Vi piacerebbe sfidare Arbaugh su Webgrid? Vi affascina la prospettiva di una mente potenziata che dialoga direttamente con la tecnologia?

Fatecelo sapere nei commenti o condividete questo articolo sui vostri social: taggateci, parlate di Neuralink, e chissà — forse un giorno anche voi potrete dire di aver controllato un computer… con il pensiero.

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