“Pompei Z”: Il Cinema del Futuro Nasce tra le Rovine dell’Antichità

“Pompei Z”: Il Cinema del Futuro Nasce tra le Rovine dell’Antichità

 

Nel vasto panorama delle produzioni cinematografiche contemporanee, emergono a volte progetti che, ancor prima della loro uscita, riescono a catalizzare l’attenzione per la loro audacia concettuale e innovazione tecnologica. Uno di questi è senz’altro Pompei Z, lungometraggio attualmente in fase di lavorazione, con uscita prevista nel 2026. Un titolo che, già dalla sua sinossi, promette di essere molto più di un semplice esercizio di stile: una vera e propria esplorazione ai confini del linguaggio cinematografico, tra fantascienza distopica, satira sociale e sperimentazione digitale.

Una narrazione visionaria tra storia e post-apocalisse

Pompei Z nasce da un’idea che coniuga elementi della tradizione storica con suggestioni tipiche del cinema post-apocalittico. Il cuore narrativo del film si sviluppa durante un vertice del G7 sul clima, ambientato nel suggestivo e fragile scenario delle rovine di Pompei. Proprio durante l’incontro, un sisma improvviso nei pressi dei Campi Flegrei apre una voragine nella terra, liberando un’epidemia zombie. Ma non si tratta della solita minaccia non-morta: alla guida degli infetti troviamo un antico gladiatore romano, “conservato” miracolosamente dal 79 d.C., simbolo vivente – o meglio, redivivo – della ciclicità della distruzione umana.

L’intera vicenda si svolge sotto lo sguardo del mondo intero, trasmessa in diretta streaming con dinamiche che ricordano da vicino l’universo distopico di Black Mirror. Mentre il caos si diffonde, la risposta politica si incanala verso l’irreparabile: l’ipotesi di una “sanificazione nucleare” del sito archeologico. Un paradosso tragico che fonde mitologia, geopolitica e critica sociale in un’unica, potente metafora cinematografica.

L’ambizione tecnologica: un film interamente AI-driven

Ciò che rende Pompei Z un progetto senza precedenti è l’approccio tecnico con cui viene realizzato. Per la prima volta, un thriller di respiro internazionale sarà interamente girato utilizzando tecnologie di Intelligenza Artificiale: dagli ambienti digitali agli attori, che compariranno sullo schermo come avatar realistici generati a partire dai loro tratti somatici.

A differenza di molte sperimentazioni contemporanee che si affidano all’AI per la generazione automatica di sceneggiature o ambientazioni, Pompei Z adotta un modello produttivo ibrido: la scrittura è frutto esclusivo di menti umane – quelle di Andrea Biglione e Roberto Bessi – mentre la componente visiva viene affidata a un processo di rendering avanzato che ricorda i videogiochi di ultima generazione. Il risultato mira a coniugare la qualità del cinema d’autore con l’impatto visivo di un titolo AAA dell’industria videoludica, il tutto confezionato con standard produttivi di alto livello: risoluzione 4K, color grading professionale, mix audio immersivo e una post-produzione degna delle major hollywoodiane.

I protagonisti del progetto: tra cinema, tecnologia e visione

Alla regia troviamo Andrea Biglione, autore italiano noto per il suo approccio eclettico e per la propensione alla sperimentazione. Dopo il debutto con il dramma romantico Almeno tu nell’universo e la commedia sociale N.E.E.T., Biglione ha ricevuto consensi anche nel mondo del cortometraggio con She Was Karim’s First Kiss, realizzato interamente con strumenti di AI generativa. Il suo profilo unisce l’estro creativo alla competenza tecnica, frutto di una formazione mirata nei settori dell’Intelligenza Artificiale e della Blockchain.

Accanto a lui, nel ruolo di produttore, Roberto Bessi – figura di spicco nel panorama cinematografico internazionale, già noto per classici come Ladyhawke e From Beyond. La sua presenza conferisce al progetto un’importante solidità produttiva e una rete di relazioni strategiche fondamentali per il respiro globale dell’iniziativa.

Completa il quadro Kalicon, casa di produzione italiana impegnata attivamente nell’innovazione crossmediale. L’azienda si distingue per un approccio multidisciplinare che unisce cinema, animazione, software e AI, e negli ultimi anni ha dato vita a progetti innovativi come Modì – Tre giorni sulle ali della follia e Maserati: The Brothers, segnando una direzione chiara verso il cinema del futuro.

Oltre lo zombie movie: una satira del nostro tempo

Sotto l’apparenza di un classico film catastrofico a base di zombie, Pompei Z cela una riflessione tutt’altro che superficiale. Il film affronta temi centrali del nostro tempo: il cambiamento climatico, la fragilità del potere politico, la spettacolarizzazione della paura attraverso i media e l’ossessione per la sorveglianza digitale. Il risultato, se ben calibrato, potrebbe essere una potente allegoria dell’epoca contemporanea, mascherata da intrattenimento.

Uno sguardo al futuro del cinema

Con Pompei Z, il cinema sembra avvicinarsi a un nuovo punto di svolta. L’impiego dell’Intelligenza Artificiale non viene qui relegato a una funzione accessoria o meramente estetica, ma si propone come strumento espressivo a tutti gli effetti, capace di ridefinire le dinamiche della produzione, della recitazione e perfino della fruizione cinematografica.

Sarà questa l’alba di una nuova era narrativa, oppure un episodio isolato destinato a rimanere confinato nelle rassegne più avanguardistiche? Difficile dirlo oggi. Ma una cosa è certa: Pompei Z ha già acceso un dibattito importante, non solo sul futuro del cinema, ma sul nostro rapporto con la realtà, la memoria e la tecnologia.

In attesa dell’uscita ufficiale, l’unico consiglio possibile è uno: tenere d’occhio questo progetto. Potrebbe non solo riscrivere le regole del genere, ma anche ridefinire il concetto stesso di “film”.

L’articolo “Pompei Z”: quando gli zombie incontrano l’intelligenza artificiale tra le rovine del passato proviene da CorriereNerd.it.

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